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Tre confinati politici antifascisti, relegati nell’isola di Ventotene, a metà del 1941, cominciano a scrivere il frutto delle loro discussioni politiche e ideali. La prima cosa che colpisce di quel manifesto è il tempo della sua elaborazione e stesura. Allora l’Europa è pressoché totalmente caduta in mano tedesca. Il dominio nazista e dei suoi alleati (in primis l’Italia fascista) non sembra avere più ostacoli nell’intero continente. Resiste solo la Gran Bretagna assediata nella sua isola. Qualche mese dopo, l’attacco nazista all’Unione Sovietica e la sua rapidissima avanzata sembrano chiudere definitivamente ogni speranza di sottrarre l’Europa ad una totale egemonia nazifascista.

Eppure, è proprio in quel disperato contesto che viene scritto il Manifesto di Ventotene. Esso analizza le cause del crollo delle democrazie in Europa occidentale e tenta di dare risposte nuove per rovesciarne le sorti. Le cause sono colte nei nazionalismi esasperati e nelle forme di un imperialismo anche economico, incontenibile.

La via di uscita è individuata nel pensiero che Carlo Rosselli aveva elaborato una decina di anni prima, corroborato dall’idea che soltanto una Europa federale sia in grado di non cadere più nella catastrofe delle guerre mondiali e di regimi, comunque connotati, violentemente antidemocratici e antiliberali.

Colpisce, in quel manifesto, lo sforzo di elaborare ipotesi non banalmente ideologiche, ma di misurarsi sul terreno reale della esperienza storica e delle sue prospettive concretamente possibili di mutamento. Soltanto decenni dopo, l’ipotesi federalistica ricomparirà sulla scena politica con l’UE (1992), anche se ancora troppo debole per dettare una agenda politica condivisa. Così, paradossalmente, trascorso ormai un quarto del secolo XXI, di fronte ai mutamenti politici ed economici in corso, così inopinati e incontrollabili, quel lontano manifesto elaborato in tutt’altro contesto, viene rimesso in discussione.

Come istituti culturali del Polo del ‘900 ci sentiamo chiamati a rispondere a quanto avviene, a rivendicare le idee scritte in quelle pagine e gli ideali che hanno mosso quelle menti, nel periodo peggiore della nostra storia più recente.

Perciò invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare a questo pubblico, a condividere con noi la lettura e il commento del Manifesto di Ventotene, a richiamare e rivendicare la nostra storia.

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