Il declino degli Stati Uniti e della Russia e l’ascesa del Sud Globale
La rivoluzione scientifica della produzione materiale, che ha prodotto la globalizzazione, segna un passaggio di epoca: la transizione dall’epoca degli Stati nazionali all’avvio dell’unificazione del mondo. Ne è derivata una contraddizione tra la tendenza all’erosione della sovranità nazionale e la resistenza che oppongono gli Stati, il potere organizzato che dovrebbe governare la globalizzazione. L’aspetto politico più significativo del riassetto dei rapporti di potere in corso nel mondo è il declino degli Stati-guida dell’ordine bipolare (USA e URSS) e l’ascesa dei BRICS (Brasile, India, Cina, Sud Africa). L’UE rappresenta lo stadio di sviluppo più avanzato del processo storico che cancella i confini nazionali e assegna funzioni statuali alle organizzazioni internazionali, le quali tendono a trasformarsi in federazioni di Stati attraverso un duplice processo tendente a costruire prima unioni monetarie e poi sistemi difensivi comuni.
Saluti: Matteo D’Ambrosio (Direttore Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci)
Intervengono: Giovanni Borgognone (Università degli Studi di Torino), Pietro Terna (Università degli Studi di Torino), Lucio Levi (Direttore della rivista “The Federalist Debate”, dal cui editoriale [n.3/2023] è ispirato il dibattito).
Presiede: Marco Brunazzi (Presidente della Fondazione di Studi Storici Gaetano Salvemini).